Inizia nel lontano senza tempo anno 1982, allora scoprii la magia , la fisica, l’incertezza della fotografia in B/N grazie ad un mai dimenticato ( nemmeno i suoi consigli ed insegnamenti ) amico/collega /mentore /guascone SERGIO MARTINI di Scarperia .
Lui ,mi accompagnò a piccoli passi densi di incertezze e meraviglie verso la camera oscura dell’azienda nella quale lavoravo e dove ancora sono impiegato , varcammo le pesantissime tende di colore blu ( stile cinema del tempo ) ed entrai in luogo sacro agli addetti , profano per me.
All’interno , odori e profumi ( che si sono “stampati ” nel mio Dna ), vasche di ogni tipo e dimensione all’interno delle quali qualche pozione magica supposi ….
Ingranditori ( mi fu detto ) oggetti indescrivibili come il bromografo…
lampade dai colori (blasfemo in un modo B/N?) rosso dominante , giallo-verde
Le “pozioni magiche varcavano la l’universo di ciò che vediamo con gli occhi ed immortaliamo sulla pellicola e successivamente trasformiamo in carta , bianco , nero con infinite infinite tonalità di grigio
Colore dominante ..rosso e nero , semioscurità , lastre di pellicola AGFA dim. 9X12 , bottiglie di varia misura dal contenuto magico ed infine , deposto in una teca come una sacra reliquia l’obiettivo anzi i due obiettivi principi :
Rodenstock , Schneider Componon sacri agli dei del BN.
LA CHIESA DI SAN CASSIANO DI CONTRONE La chiesa di San Cassiano di Controne è la prima chiesa storicamente documentata nella Val di Lima assieme alla Pieve di Santa Giulia dalla quale dipendeva, la quale per alcuni studiosi è da identificarsi nella vicina Pieve di controne, metre per altri nella pieve di Monti di Villa; dell’antica pieve oggi si è persa ogni traccia. Il documento che ne attesta l’esistenza risale al 772 nel periodo dell’ultimo re longobardo Desiderio ed è una Charta promissionis nella quale “Urisperto chierico, figlio di Vuilifrido di controne, promette al vescovo Peredeo di Lucca, dal quale aveva ottenuto la lettera dimissoria per essere ordinato sacerdote ed era stato nominato rettore della chiesa di San Cassiano, e ai suoi successori, obbedienza secondo i sacri canoni, di non agire contro di loro né contro il prete della chiesa battesimale di Santa Giulia, né di cantare la messa nella chiesa di San Cassiano senza licenza del vescovo o del prete di Santa Giulia; promette inoltre di dar loro ogni anno, nella festa di San Gervasio, due montoni. Nel documento la Chiesa di San Cassiano viene ricordata come chiesa esistente da tempo indefinito. Dopo questo documento non troviamo traccia della chiesa di San cassiano fino al primo estimo della diocesi di Lucca redatto nel 1260. La chiesa come noi oggi la vediamo, secondo la maggioranza degli studiosi dovrebbe risalire tra la fine dell’XI e gli inizi del XII sec., un aiuto alla datazione viene da un elemento ornamentale inserito nella facciata, secondo un uso diffuso in area Pisana e Lucchese nei secoli XI-XII, si tratta di un bacino ceramico proveniente dal mondo islamico, probabilmente tunisino, esso raffigura un falconiere a cavallo, molto singolara nell’iconografia poichè le consuete decorazioni attingevano ad un repertorio di motivi geometrici o vegetali.
La Facciata: si presenta con un fronte a due livelli con una marcata differenza tra il maggiore e il minore; è articolata in tre ordini di arcature cieche di altezza e ampliezza differenti. Un elemento che caratterizzante è la decorazione scultorea presente nella facciata ma anche sui fianchi e nell’interno dell’edificio. I rilievi plastici presentano un vasto repertorio di motivi ornamentali, ma il più singolare è il rilievo della lunetta sopra il portale nella quale sono rappresentate tre figure umane: quella centrale più grande tiene le braccia alzate mentre le altre due figure ai lati hanno anch’esse le braccia alzate ma con una mano sostengono le braccia del primo; secondo gli studiosi il tema sarebbe tratto dall’Esodo 17,8-16Sull’architrave una lunetta scolpita a trecce, riporta tre strane figure antropomorfe di Oranti con braccia alzate e abbassate. Essi, presenti anche in altre pievi, (Castelvecchio, Gropina, Corsignano), sono enigmatiche figure non ancora identificate. Bernardini propone una riflessione sulla possibilità che siano contadini, forse retaggi di un culto pagano, probabilmente il culto della Grande Madre.Dopotutto sacerdotesse e sacerdoti dall’epoca neolitica al mondo cretese o egizio usavano questa particolare posizione delle braccia alzate per indicare la connessione con le divinità celesti, come atto di “prendere il cielo” e portarlo in terra.
Le “macchie ” di luce sono date dal movimento delle foglie di alcuni alberi disposti in prossimità della Chiesa , le fronde delle quale si muovo al vento producendo le tipiche macchie che conferiscono ulteriormente a rafforzare il mistero .
Ho incontrato una estrema difficoltà nel realizzare , in primis l’esposizione dell’immagine , data la varietà di gradi di illuminazione e della Gradazione tonale , si è resa necessaria la “velatura ” durante la riproduzione su carta fotografica durante la stampa in camera oscuraAnche in questo caso ho affrontato le stesse difficoltà dell’immagine precedente
Nel caso specifico ho affrontato , sempre con la tecnica della velatura in CO le alte luci date dalle parti metalliche , esponendole maggiormente per evidenziare quanto possibile io dettagli
All’interno di questo articolo vorrei porre l’attenzione su tutto ciò che è inerente alle attrezzature di CO.
Pertanto iniziamo dagli ingranditori fotografici:
Ne esistono di diverse tipologie , con differenti fonti di luce , la luce condensata è la maggiormente diffusa , sono differenziati dalla dimensione minima e massima del negativo che possono ospitare nell’apposito chassis .
Abbiamo ingranditori che possono processare il solo 35mm, altri che possono coprire le esigenze fino al 6×6 ed oltre fino al 6×9.
Altri ancora per negativi di dimensione maggiore , che normalmente equipaggiano gli storici “banchi Ottici”.
Stabilito quale sarà il nostro tipo di pellicola con il quale lavoreremo , dobbiamo trovare il corrispondente Ingranditore .
Esistono ancora , sul mercato dell’usato numerose occasioni (previa verifica con persona esperta) pertanto potremo trovare ciò che ci serve con una spesa limitata a tal proposito specifico qualche consiglio per gli acquisti .
Una volta selezionato l’oggetto è necessario effettuare alcune verifiche prima dell’acquisto , ad esempio:
Ghiera della messa a fuoco , dovrà scorrere con continuità , verificare l’asta verticale della testa , ingrassata e scorrevole ,
testa dell’ingranditore , alloggiamento condensatori e chassis porta negativi
accendere l’ingranditore e verificare che dall’interno del soffietto e dalla testa non ci siano dispersioni di luce verso l’esterno.
verificare l’allineamento della lampada con i condensatori , i condensatori stessi dovranno essere integri .
Se , corredato di obiettivi , verificare la ghiera dei diaframmi , dovrà scorrere continuativamente senza forzature e sopratutto l’integrità delle lenti degli obiettivi , assenza di graffi , abrasioni .
Per quanto concerne le marche più vendute consiglierei : Meopta Opemus , Durst per gli ingranditori e , per gli obiettivi , gli storici :
Rodenstock , Shneider Componon nelle varie focali utili per le varie dimensioni dei negativi.
Premetto che non sempre è facile avere a disposizione un locale da adibire a camera oscura permanente o meno , ed anche in caso di disponibilità è necessario soddisfare alcuni requisiti di massima importanza quali:
impianto idrico funzionante con scarichi
distanza dalla zona abitativa in quanto dobbiamo proteggerci dalle (ormai conosciute ) infiltrazioni di luce
Armadio per i chimici pellicole , carte accessori
Chimici di CO , si tratta di prodotti che potrebbero , se venissero a contatto con i nostri figli , animali di casa , creare condizioni limite per la loro incolumità.
Detto questo e sopratutto , soddisfatti i requisiti di cui sopra , organizziamo la nostra CO permanente o no .
Dovremo lavorare in due ambienti distinti:
Ambiente umido ; tank , cilindri graduati per lo sviluppo de rulli
bacinelle con i reagenti e risciacquo per le stampe.
A tal fine saranno necessarie una serie di bacinelle di dimensione adatta ad ospitare i fogli di carta fotografica che vorremmo trattare , consiglio di acquistare la massima dimensione possibile in modo da poter gestire anche i formati maggiori.
Avremo necessità di cilindri e contenitori graduati , un imbuto, termometro specifico per la camera oscura ,una matita –
Ambiente secco : Ingranditori fotografici , obiettivi , carte , pellicole, luci rosse ( in caso di carta MG), e giallo verde in caso di utilizzo di carta tradizionale .
Consiglio l’uso del marginatore che ha lo funzione di impedire la curvature della carta durante l’esposizione sotto l’ingranditore.
Abbiamo avuto il primo assaggio di cio che è il mondo fisico-chimico della CO e delle trasformazioni che avvengono in detta sede, adesso andremo a completare l’opera iniziata con la fase di ripresa delle immagini.
Come di solito sigilliamo l’ambiente dalla luce circostante e sinceriamoci circa le eventuali infiltrazioni di luce.
Abbiamo preparato i bagni nelle loro bacinelle , acceso l’aspiratore , l’uso del quale è di primaria importanza per sessioni di stampa prolungate , in quanto ile esalazioni dei prodotti chimici non sono salubri .
Al fine di eseguire con cura una sessione di stampa è condizione necessaria che le operazioni negli ambienti
asciutto : esposizione , carte fotografiche , ingranditori timer
umido : bagni chimici , asciugatura
siano separati quanto più possibile, e che , le stesse vengano eseguite metodicamente e sistematicamente in modo ripetitivo in tal modo poteremo evitare contaminazioni ed errori di vari genere.
Prepariamoci all’emozione senza tempo di vedere trasformata in immagine su pellicola in B&W che abbiamo immortalato a colori.
Abbiamo ben impresso negli occhi le nostre immagini a colori carpite alla realtà esterna, adesso iniziamo il processo di creazione delle immagini stesse su i negativi.
Non sempre la dizione “negativo” è sinonimo di valore 0 o tendente a , di errore , di intollerabile ,non memorabile di fallimento ma bensì , nel caso specifico abbiamo la possibilità di creare una immagine inconsueta , ed irripetibile partendo da “negativo”!
Colorando la realtà in Bianco nero.
Iniziamo con lo schermare le finestre e le porte da ogni possibile infiltrazione di luce , la quale danneggerebbe irrimediabilmente le nostre immagini.
Per un attimo pensiamo di trovarci davanti al rullo appena esposto con tutto il nostro bagaglio di dubbie e speranze … di immagini carpite alla realtà a colori in attesa della…trasformazione in B&W.
Abbiamo già “pensato ” al tipo di immagine che vorremmo ,spereremmo di produrre ,pertanto abbiamo deciso , sia il tipo di pellicola e relativa sensibilità all’inizio, adesso abbiamo davanti uno o più incertezze circa il rivelatore da adottare:
Normale
Compensatore
Energico….
Deciso, abbiamo scattato con pellicola medio- bassa sensibilità in una giornata soleggiata , con contrasto nella norma .. tutto fa presagire fotogrammi standard.
Prepariamo tutti i nostri antichi strumenti , forbici , tank , imbuti, cilindri graduati , bicchieri ,timer , termometri e l’immancabile oscurità…
Spegniamo le luci e sostiamo per qualche minuto nell’oscurità per accertarci della presenza di eventuali infiltrazioni , a causa delle quali potremmo subire velature dei fotogrammi con conseguente decadimento della qualità delle immagini negative.
Proprio perchè abbiamo scattato in condizioni di luce standard , abbiamo stabilito che useremo un rivelatore Normale , a tal proposito abbiamo i nostri fedelissimi di sempre
Per normale si intende il rivelatore capace di produrre immagini che restituiscano fedelmente ciò che abbiamo immortalato, pertanto , contrasto medio, grana fine , dettagli nelle zone d’ombra , alte luci .
Prepariamo le miscele …primo passo controllare la temperatura dei liquidi ..20°C tassativo,l’uso ed il controllo della temperatura con il termometro , signore incontrastato di ogni azione.
Sinceriamoci sempre che non ci siano tracce delle passate miscele al’interno degli oggetti che utilizzeremo in quanto potremmo correre il rischio di inquinare le nuove .
La spirale dovrà essere asciutta in ogni sua parte prima del caricamento della pellicola, pertanto dovremmo scuoterla più volte al fine di effettuare una ulteriore verifica.
Ok , oscurità totale , abbiamo preparato in anticipo ( davanti a noi) , su di un tavolo gli strumenti meglio se disposti in sequenza logica:
Stappino per aprire il contenitore del 35mm , spirale con la parte delle guide rivolte in senso utile , barattolo della tank , coperchio , forbice per il taglio della pellicola.
Consiglio di mettere tutti gli strumenti all’interno di una bacinella e di operare al di sopra della stessa , in questo modo qualsiasi caduta accidentale avverrebbe all’interno della stessa facilitando la ricerca dell’oggetto nell’oscurità.
Afferriamo la pellicola per l’estremità ed introduciamola all’interno della tank , facendo attenzione che ambo i lati scorrano nel suo interno ,ruotiamo la spirale percependo che la pellicola, nel suo interno , scorra , il tutto senza intoppi nè blocchi , al termine della pellicola dovremmo separare la stessa dal rocchetto con l’aiuto della forbice.
Fatto , la pellicola è stata avvolta nella tank senza intoppi , possiamo inserire la spirale nel barattolo e , finalmente chiudere con il tappo.
Adesso la luce è quanto mai necessaria .
Abbiamo davanti a noi le preparazioni contenute nei loro rispettivi barattoli etichettati a dovere , abbiamo chiarito , all’inizio della composizione dei liquidi :
temperatura , percentuali , timer con i tempi già impostati, modalità di ribaltamento della tank
Possiamo versare il rivelatore nella tank , in modo continuo senza eccedere , tappiamo , ribaltiamo la tank , azioniamo il timer.
Abbiamo optato per ottenere immagini fedeli alla realtà pertanto atteniamoci ad un processo di agitazione della tank stranormale … 1 minuto continuo , per i prossimi un ribaltamento ogni 30″ , ultimo minuto continuo.
Riporre la massima attenzione ai vari ribaltamenti evitando di accelerare eccessivamente ,ciò provocherebbe la comparsa di schiuma e /o bolle nel liquido le quali , a loro volta , provocherebbero la comparsa di macchie di forma circolare sulla pellicola danneggiando l’immagine.
Terminati i minuti pieni di ansia del processo sviluppo , laviamo l’interno della tank ed il rullo con acqua e , non necessario , una miscela di arresto , e procediamo con il fissaggio che permetterà l’eliminazione di tutte quelle particelle di alogenuro di argento che non parteciperanno alla composizione dell’immagine e pertanto inutile e dannose.
Terminati i cicli di ribaltamento, con le solite modalità del processo di sviluppo possiamo , dopo aver gettato il fissaggio , iniziare il lavaggio della pellicola .
Suggerisco di spendere un buon tempo di lavaggio con acqua corrente per circa 20-30 minuti , in questo modo elimineremo ogni traccia dei processi precedenti.
Al termine , prima di aprire la tank e separarla dalla pellicola , utilizzeremo un bagno di imbibente per il lavaggio finale , è composto da un tensioattivo che aiuta nell’eliminazione delle particelle ed evita la formazione di depositi sulla pellicola , si può sostituire egregiamente con una determinata qualtià di acqua e del comune shampoo.
Infnie abbiamo nelle nostre mani i nostri successi oppure insuccessi , nel secondo caso dagli stessi possiamo trarre numerose informazioni circa il nostro livello di pratica sia in ripresa , sia durante il processo.
Utilizziamo le apposite pinze per stendere la pellicola possibilmente in un luogo dove non ci sia presenza di polvere in modo da evitare che si possa depositare sulla pellicola umida , dando origine , in sede di stampa , a “virgole ” spiacevoli sulle nostre stampe, consiglio l’adozione di una “cabina ” in plastica con una cerniera che racchiude il tutto.
E’ possibile produrne una con poca spesa utilizzando una gruccia per capi ed un contenitore per biancheria con cerniera centrale in modo da poter isolare dall’esterno le pellicole durante l’asciugatura.
Prepariamoci all’emozione senza tempo di vedere trasformata in immagine su pellicola in B&W che (precedentemente )abbiamo immortalato a colori.
Abbiamo ben impresso negli occhi le nostre immagini a colori carpite alla realtà esterna, adesso iniziamo il processo di creazione delle immagini stesse su i negativi.
Non sempre la dizione “negativo” è sinonimo di valore 0 o tendente a 0 , di errore , di intollerabile e non memorabile , nel caso specifico abbiamo la possibilità di creare una immagine inconsueta , ed irripetibile .
Colorando la realtà in Bianco nero.
Iniziamo con lo schermare le finestre e le porte da ogni possibile infiltrazione di luce , la quale danneggerebbe irrimediabilmente le nostre immagini.
Spengniamo la luce e sostiamo nel buio più completo per qualche minuto alla ricerca di eventuali infiltrazioni, nessuna fonte di luce , possiamo iniziare